Natura

Quello che vediamo di Filicudi e’ solo la piccola parte di un immenso sistema vulcanico sottomarino (35 chilometri di estensione), le cui bocche hanno formato, a partire dal Pleistocene, (circa 1.3 milioni anni fa) Filicudi, la prima delle Eolie ad essere emersa dalle acque grazie ad esplosioni vulcaniche ed eruzioni laviche.

Tutto l’arcipelago eoliano ha origine vulcanica. Alcuni vulcani sono ancora attivi, come Stromboli, che sbuffa diverse volte al giorno; altri sono dormienti, come Vulcano, e probabilmente Panarea; gli altri sono spenti, compreso Filicudi.

Eppure tutto comincio’ da qui, circa 600.000 milioni di anni fa, con una grandiosa fuoriuscita di magma che ha creato la montagna di Zucco Grande. La lava di questa zona e’ infatti la piu’ antica di tutte le isole Eolie. Proviene dalle profondita’ della terra, dove la placca Africana, a sud, e quella Eurasiatica, a nord, si stanno scontrando.

Dopo questa esplosione tutto tace fino a 40.000 anni fa, quando sui fianchi di Filicudi si aprirono letti di lava, le sciare, tutt’oggi visibili. Altri 20.000 anni di quiete, e il vulcano riprende la sua attivita’, formando il duomo di Capo Graziano e la montagna piu’ alta dell’isola: Fossa Felci, a 774 metri sul livello del mare.

Tutto a Filicudi parla di questo straordinario incontro del fuoco con l’acqua: le sei montagne che compongono l’isola, da La Guardia a Riberosse, sono bocche di fuoco; il faraglione della Canna e’ un antico condotto magmatico, e le Punte, dove oggi si fa il bagno, sono colate laviche raffreddate dal mare. Persino lo Scoglio della Fortuna e’ una piscina naturale di lava solidificata.

La base del vulcano si trova a circa 1000 metri di profondita’, e ha regalato a Filicudi una terra fertile, oltre alla sua straordinaria morfologia.

Sull’isola o nei suoi dintorni vivono falchi pellegrini, uccelli marini, asini e conigli selvatici, gufi, civette, pipistrelli nani del Mediterraneo, delfini, tartarughe marine, balene, gamberetti rossi e razze. In primavera e autunno transitano gli uccelli migratori: pellicani, aironi rossi, gru e fenicotteri.

E crescono ginestre, ulivi, capperi, oleandri, mirti, felci, rosmarino, fichi, mandorli e assenzio. Una vita rigogliosa creata dalla violenza del vulcano.

Le colate laviche hanno dato vita, grazie agli effetti dell’erosione, anche a straordinarie grotte marine. La piu’ conosciuta e’ quella del Bue Marino, dove e’ possibile entrare in barca e lasciarsi rapire dalla penombra e dalla quiete di questa volta naturale. Un altro modo di visitare la grotta e’ con la maschera. Uscendo fuori, dal buio alla luce, lo scenario sottomarino e’ spettacolare, un turchese intenso attraversato dai raggi obliqui della luce. Questa grotta deve il nome alla colonia di Bui Marini che un tempo la abitava.

Un’altra straordinaria formazione dovuta alle caratteristiche geografiche del territorio, e’ la grotta sotterranea dove si riproducono i gamberetti di nassa. La volta si trova a 45 metri sotto il livello del mare ed e’ conosciuta per l’incredibile colorazione blu elettrico delle sue pareti, dovuta alla presenza di centinaia di uova di gamberetti

Immaginate dunque Filicudi come la vetta di una gigantesca montagna: le terre emerse sono solo il 40%. Il resto di questa montagna di 1774 metri (di cui 774 emersi) si trova sott’acqua, con fondali che, tra un’isola e l’altra, raggiungono i 2.000 metri di profondita’. E’ per questo che qui vivono anche le balene. Nel 2010 ne sono state contate ben 12 che abitano stabilmente le acque profonde di queste zone.

Essendo la seonda isola piu’ occidentale dell’archipelago (dopo Alicudi), Filicudi, ad est, e’ bagnata da chilometri di mare aperto. Da qui, se esistesse una giornata talmente tersa da vedere tutto, avvisteremmo le coste della Spagna. Forse e’ per questo che le acque dell’isola sono cosi’ cristalline.